Charles BouvardDedicatario di Bouvardia Se ne parla nel post La nascita del Jardin des Plantes, Bouvard e la Bouvardia Charles Bouvard (1572-1658) nacque a Montoire, nel Vendômois, da una famiglia di medici. Si racconta che alla sua nascita il padre avesse sollevato il neonato al cielo promettendo di consacrarlo alla medicina. Non poté tuttavia occuparsi a lungo della formazione del bimbo, perché morì prestissimo, preceduto dalla moglie.
Fu così che Charles si trovò orfano e senza protezione, in un paese funestato dalla guerra civile. Intelligente e dotato di grande forza di volontà, il giovane riuscì tuttavia a acquisire una buona formazione all'Università di Angers, dove studiò lettere, filosofia e diritto civile. Notato da alcuni potenti protettori, avrebbe avuto occasione di intraprendere la carriera legale, ma memore del giuramento paterno, si trasferì a Parigi per studiare medicina. Durante gli studi, si segnalò soprattutto per il suo interesse per l'anatomia e per la botanica. Nel 1604 acquisì il primo livello di licenza e nel 1606 il titolo dottorale. Fin da subito, ebbe modo di segnalarsi presso una clientela altolocata; partecipò a diversi consulti a corte; nel 1604 su richiesta del duca di Vendôme, scrisse la curiosa Description de la maladie, de la mort et de la vie de Mme la duchesse de Mercoeur, un'autopsia in versi. Nel 1625 fu nominato professore di medicina al Collège de France; nel 1628 divenne primo medico del re Luigi XIII. Era un incarico ben remunerato (il primo medico del re o archiatra era uno dei dodici ufficiali a godere di una rendita superiore a 3000 lire annue), prestigioso (dava diritto a un appartamento a corte e all'accesso alla nobiltà per i discendenti), che conferiva una posizione di potere: l'archiatra aveva voce in capitolo nella nomina dei medici della famiglia del re, sovrintendeva alle acque minerali e alle fontane, deteneva la ricette dei "rimedi segreti", controllando l'operato dei farmacisti. In questa nuova veste, secondo i contemporanei, Bouvard, da eccellente e infaticabile studioso, si sarebbe trasformato in mandarino arrogante, avido di denaro e assetato di potere. Dal punto di vista professionale, fu diviso tra tradizione e modernità: era un grande partigiano dei salassi e delle purghe - secondo la prassi satireggiata da Molière nel Malato immaginario - ma anche un sostenitore delle cure termali. Nel 1631 convinse il re e la regina a "passare le acque" a Forges, una cura che forse fu d'aiuto per superare la sterilità della coppia e portare al concepimento del tanto sospirato delfino (il futuro Luigi XIV). Nel 1634 il re gli accordò la signoria di Fourqueux e nel 1639 lo ammise nella nobiltà. Geloso delle prerogative della sua carica, Bouvard fu spesso in polemica con la facoltà di medicina; e forse non è estraneo a questo atteggiamento il sostegno alla creazione del Jardin des plantes parigino, che lo vide a fianco di La Brosse contro l'Università. In tal modo, per altro, nominato sovrintendente del nuovo giardino, da una parte si assicurò una nuova cospicua entrata (6000 lire annue), dall'altra aumentò il suo potere; tanto più che nel 1640, morto La Brosse, riuscì a far nominare intendente del giardino il figlio Michel, benché questi fosse privo di qualsiasi titolo per occupare quell'incarico. Nel 1643, morto il re, Charles Bouvard in teoria avrebbe dovuto lasciare l'incarico di sovrintendente (che spettava di diritto al primo medico del re); riuscì a conservarlo accordandosi con il suo successore, suo genero Jacques Cousinot, che gli doveva tutto (grazie al suocero, è stato uno dei primi dimostratori del Jardin). Ma alla morte di quest'ultimo, nel 1646, si aprì una annosa battaglia legale con il nuovo primo medico, François Vautier; poiché quest'ultimo era sostenuto dal Consiglio della corona, Bouvard si rivolse al Parlamento di Parigi e cercò l'alleanza della facoltà di medicina. Nel 1655 pubblicò anonimo un libello, Historicae hodiernae medicinae rationalis veritatis et rationales medicos, in cui attaccò i medici della città e della corte, i farmacisti, gli empirici e affermò che il Jardin des plantes avrebbe dovuto passare sotto la giurisdizione della facoltà di medicina. Ma era ormai un uomo anziano e isolato. Morì nel 1658. Aveva in ogni caso assicurato una brillante posizione alla sua famiglia; uno dei suoi discendenti fu per un breve periodo Controllore generale delle finanze sotto il regno di Luigi XVI. |
Fonti
Encyclopedie méthodyque. Médicine, vol 1. Paris 1787
Encyclopedie méthodyque. Médicine, vol 1. Paris 1787