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CalibrachoaCalibrachoa Cerv. ex La Llave & Lexarza P. de la Llave, J.J. Lexarza, Novorum Vegetabilium Descriptiones 2: 3. 1825 In onore di Antonio de la Cal y Bracho Se ne parla nel post Il dottor de la Cal y Bracho e il risveglio di Calibrachoa Calibrachoa è un genere della famiglia delle Solanaceae che comprende 27-28 specie di arbusti o suffruttici sempreverdi di breve vita, diffusi per lo più nel Sud America meridionale (Brasile, Perù, Chile). Fa eccezione C. parviflora, la prima specie ad essere descritta, diffusa in un ampio aerale che va dagli Stati Uniti sud-occidentali al Sud Amderica sudoccidentale, passando per il Messico. Sono piante di portamento per lo più decombente, che vivono sulle rocce, nelle macchie, nei pascoli aperti e nei terreni disturbati. Molto affini a Petunia, se ne distinguono per il numero di cromosomi, i fusti legnosi anziché erbacei, alcune caratteristiche della corolla (come le dimensioni e la posizione dei lobi) e della membrana fogliare, il rivestimento dei semi. A differenza delle Petuniae, le foglie non sono mai appiccicose.
La prima specie ad essere descritta fu l'ubiqua C. parviflora, che, raccolta in Argentina da Commerson, venne descritta e pubblicata da A.L. de Jussieu nel 1803; si tratta della stessa specie in base alla quale Cervantes creò il genere Calibrachoa, pubblicata nel 1825 da la Llave e Lexarza con il nome C. procumbens. La nuova denominazione non fu accettata e la specie, così come le altre che vennero via via raccolte nei decenni successivi, vennero assegnate al genere Petunia. Fu solo nel 1990 che il botanico olandese Wijsman ne ristabilì l'indipendenza, ripristinando la denominazione di Cervantes. Negli stessi anni la ditta giapponese Suntory ne andava scoprendo il potenziale come pianta da balcone e contenitori appesi, dando vita a un intenso programma di ibridazione. Le Calibrachoae che a milioni ornano oggi i nostri balconi sono ibridi complessi, derivati da varie specie, tra cui primeggiano C. calycina, C. linearis e C. sellowiana. Tra i pregi di questi ibridi, la resistenza alla siccità, il portamento compatto a cuscino, l'infinita gamma di sfumature delle corolle, che comprende il bianco, il giallo, l'albicocca, l'arancio, il rosa, il viola più o meno carico, il blu, sempre con gola gialla; alcune cultivar hanno venature scure sui petali. Inoltre, nel corso della fioritura, il fiore tende a cambiare colore, con un effetto multicolore. La prima serie (ancora chiamata Petunia) immessa sul mercato fu Million Bells, con piante erette e corolle in viola-blu, viola, rosso, rosa, albicocca, giallo e bianco, talvolta con venature rosso scuro. Ma ben presto Suntory ha perso il monopolio e sono arrivate molte altre serie (ne cito le più note in rigoroso ordine alfabetico): Aloha Kona e Aloha Tiki, con fioriture minute ma a profusione; Cabaret, con portamento a cuscino espanso; Callie, con fiori grandi e colori brillanti; Can-Can, strisciante o a pulvino, con fiori talvolta bicolori; Cruze, con fiori molto grandi, colori quasi sfacciati e centro in colore spesso contrastante; Lirica Shovers, vigoroso con portamento a cascata; MiniFamous, strisciante, in alcune varietà con fiore doppio o centro in colore contrastante; Noa, particolarmente resistente alla siccità. Ciascuna serie è disponibile in un'ampia gamma di colori. Ma non è finita qui. Da qualche anno è arrivato anche l'ibrido intergenerico x Petchoa, ovvero Petunia x Calibrachoa (prodotto dell'ingegneria genetica: in natura i due generi non possono ibridarsi, avendo anche un numero diverso di cromosomi); questi ibridi, venduti con nomi commerciali come Calitunia, SuperCal, promettono di unire il meglio dei due genitori: resistenza, fioriture a profusione, ampissima gamma di colore, versatilità. Staremo a vedere... Uno sguardo su...
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